Fermo, Palazzo dei Priori, maggio – luglio 2009 a cura di Enzo Carli, presentazione di Jean Claude Lemagny
Giorgio Cutini. La danza delle forme.
Tra i numerosi paradossi che fanno la vita della fotografia c’è quello che non conosca il tempo, che rifugga al suo flusso ma che, nonostante questo sappia, esprimere il movimento. Cutini, cacciatore d’immagini, si mette all’agguato dell’istante dove il movimento sarà subito immobilizzato, e per tanto sentito come un movimento. Come se, l’essere stato improvvisamente fermato nel suo slancio, il movimento si concentrasse, rimbalzasse su lui stesso. Cutini ha fatto delle belle immagini che riposano nella loro immobilità: la finestra rettangolo d’ombra nel muro inondato dal sole, con la calma evidente di un quadro di Mondrian. Ma è più vicino alla sua ricerca personale quando, osservando le pietre, ci scopre la danza della materia rose dall’erosione.