Fermo, Palazzo dei Priori, dal 17 maggio al 30 luglio 2009, a cura di Enzo Carli, testo critico di Jean Claude Lemagny
Giorgio Cutini si pone al centro della ricerca visiva contemporanea; nelle sue immagini il dominio della forma, riconducibile ad una percettibilità ritmica e ondulatoria, è alla base della sua programmazione che per quanto interminabile, è in questo caso ancora più definita dall’eccitazione nervosa, dall’entusiasmo improvviso che diviene provocazione visiva quindi canto, luogo dell’intensità e di meraviglia. Ogni fotografia opera un trasferimento del reale in uno spazio ideale le cui coordinate sono legate ad una interpretazione soggettiva del tempo e alla funzione di coscienza, determinate dalla capacità di tradurre in un progetto di immagini, nella coerenza del linguaggio, le proprie motivazioni, fuori dalla provocazione del reale come se fossimo in presenza di “immagini dall’interno”. Il concetto di evocazione-segno diviene sempre più – centro – del linguaggio della fotografia. Lo sguardo vaga in queste superfici significanti che portano alla luce le relazioni tra gli elementi dell’immagine ed i loro significati complessi, delle motivazioni intrinseche dell’autore, del suo vedere, sentire e mostrare.