“Flusso instabile del tempo” (12 fotografie, 1997)
“Lavoro che si suddivide in due serie di immagini: la prima (6 foto), “tempo di posa”, che si basa sull’utilizzo variabile dei tempi di scatto, mantenendo fisso il diaframma; la seconda (6 foto), “diaframma”, che utilizza i vari diaframmi mantenendo fisso il tempo di scatto. L’immagine ripresa è rappresentata dal movimento dello scorrere dell’acqua su uno stesso spazio che resta fisso. Nelle due serie di fotografie ci sarà una sola immagine che è “giusta” secondo i canoni di esposizione, tutte le altre risulteranno sottoesposte o sovraesposte. E’ il rapporto tra il movimento (corso del tempo) in cui si fotografa un’immagine in movimento e l’attimo dello scatto: soggetto della foto che diventa subito passato, il tempo presente è annullato o meglio, è diventato futuro.
(“… Lo stato di latenza, scarto del tempo, è l’impossibilità di fare coincidere il reale con la sua rappresentazione a posteriori, perché fra i due, nel lasso di tempo, qualcosa è passato e on solamente di carattere temporale…”) Philippe Dubois.
All’idea della fotografia che vuol fermare e catturare il flusso del tempo se ne oppone un’altra che ritrae un tempo già passato, dissolto”. Giorgio Cutini